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Cercare di cambiare. La cosa più insensata che io abbia mai cercato di fare.
Si cambia in continuazione. La vita ti costringe a farlo. E finché non ti guardi indietro non te ne rendi conto.
Il passato in questo momento mi appare molto sbiadito. Ci sono stati momenti tristi e momenti felici. Ma è come se ora non esistessero più.
Vivevo di invidia e risentimento. Forse sono ancora oggi un po' così. Ma non è più così importante.
Volevo piacere. Ed ero invidioso di quelli che piacevano.
Volevo riuscire nella vita. Ed ero invidioso di quelli che riuscivano.
Tutto questo tormento non c'è più. Credo.
Ho bisogno della mia solitudine. Di quella solitudine che ho tanto detestato. E che detesto ancora.
Ho bisogno di fare le cose che sono veramente importanti per me.
Ho bisogno di cambiare. Ma senza la pretesa di sapere cosa c'è dopo. Senza il dovere di essere accettato dalla società.
Ho bisogno di esistere. Facendo solo quello che è naturale per me, non quello che è socialmente corretto.
Ho bisogno di tornare ad esprimere la mia identità.
Ho bisogno di me.
Sydney Carton
Non chiedetemi come è trascorso quest'ultimo anno, vi risponderei sgarbatamente e senza voglia. Non ci posso fare niente, è così.
Non posso inventarmi niente, è questa la verità.
Non chiedetemi come mi aspetto che sia il nuovo anno, in quel caso, non saprei rispondervi. Oppure si? potrei rispondere tenendo conto delle mie fantasie, delle mie voglie, dei miei desideri. uhm... no, non risponderò.
Di fantasia ne ho poca, di voglia, meglio non dire nulla. È l'intenzione che mi aiuta ad andare avanti. E i desideri?
Quelli sì, esistono, nella mia testa, nel mio cuore. Sono li, vivi.
Ma non chiedetemi di elencarveli, mentirei.
William Turner
Il cielo è scuro e il paesaggio è innevato. La fata si avvicina ed io non so il perché.
Lei mi parlava ed io la ascoltavo estasiato. Provavo strani sentimenti di ammirazione. Forse amore?
Volevo continuare ad ascoltarla. Volevo che mi parlasse ancora. Volevo la sua attenzione.
Così le ho raccontanto un sacco di bugie. Per non fare una brutta impressione. Mi sentivo solo e abbandonato.
Nonostante i miei sforzi la fata parlava sempre meno. Sempre meno.
Mi ha portato una scatola di biscotti al cioccolato e senza dire niente è svanita nel nulla.
Allo stesso modo in cui svaniscono i sogni.
Sydney Carton
Sei lontana da me, artefice dei miei sogni migliori e realizzatrice dei miei incubi peggiori.
Senza aver fatto nulla sei stata tutto questo.
E io ti ho amata. E poi dicevo di continuare ad amarti.
Ma ti odiavo. Ti odiavo forte, perché tu non mi volevi.
E mi sentivo solo e abbandonato. Ho continuato a sentirmi così a lungo, anche quando non ne avevo ragione.
E mi ripetevo che eri unica, che solo tu potevi darmi la felicità. Solo una scusa. Per paura di essere felice davvero.
Scuse. Per darti la colpa di tutto. Per potermi lamentare e dire che se tu mi avessi voluto tutto sarebbe stato diverso.
La colpa è solo mia. O forse non è colpa di nessuno.
Una parte di me era in completo accordo con te, pensavo di non meritare nulla.
Ma poi mi sono svegliato. E mi sono reso conto che erano cazzate. Solo cazzate.
E che io non ti ho mai odiata, e probabilmente non ti ho nemmeno amata.
Era solo una parte di me. Una parte fragile che aveva bisogno di essere accettata da qualcuno.
Non odiavo te. Mi odiavo da solo.
Sydney Carton
Eravamo col culo per terra io ed uno da centro sociale. Se ci fossimo parlati col cuore e senza ipocrisie forse su molte cose saremmo stati d'accordo. Ma io non voglio essere come lui.
Io non voglio essere come nessuno. Io voglio essere unico.
E allo stesso tempo non sopporto il peso dell'essere diverso. Perché anche se ogni tanto ti capita di toccare cime che gli altri non riescono nemmeno a concepire il resto è tutto cadere e farsi male.
Se fossi un tipo razionale per ogni caduta mi sarei chiesto cosa avevo da imparare e forse sarei cresciuto. Ma io non sono un tipo razionale.
Io sono sensibile. Io sono un bambino che piange. Io sono bloccato dalla mia sensibilità. La versione pubblica è che non voglio dare fastidio agli altri. La verità è che ho paura che il mondo mi faccia male. Di nuovo.
Ero lì col culo per terra. Sospettoso del tipo che mi stava vicino. Senza motivo poi. Poteva essere un amico.
E pensavo senza capire. Se la gente è davvero felice di abbracciare ideali nazionalpopolari o è solo un sorriso di facciata per nascondere la totale mancanza di speranza.
Non è interessante il perché, in realtà. Io voglio solo scappare lontano da tutto questo conformismo. Io voglio scappare da me stesso. Io non vedo via d'uscita.
Io non voglio essere niente. Io non voglio essere niente di quello che loro promuovono. Io però non ho più sogni.
Io non riesco a vestirmi col mantello elegante della mia diversità. Solo con l'umiltà della vergogna.
Io non so come si fa ad esprimersi. Io non lo so. Io non esisto.
Sydney Carton
" perchè non mi guardi mentre ti parlo? "
" non ce la faccio "
" a far che? "
" a guardarti negli occhi! sono così vivi che mi uccidono. non riesco a reggere l'impatto "
" uhm.. e ora perchè sorridi? "
" credo di essermi innamorato "
" ... "
" ora sei tu a non guardarmi negli occhi "
" non ce la faccio "
" a far che? "
" a far finta di niente "
" hai paura? "
" credo di no.."
"e allora guardami negli occhi, perchè io guarderò i tuoi e questa volta non mi lascerò uccidere "
William Turner