Io non voglio essere come nessuno. Io voglio essere unico.
E allo stesso tempo non sopporto il peso dell'essere diverso. Perché anche se ogni tanto ti capita di toccare cime che gli altri non riescono nemmeno a concepire il resto è tutto cadere e farsi male.
Se fossi un tipo razionale per ogni caduta mi sarei chiesto cosa avevo da imparare e forse sarei cresciuto. Ma io non sono un tipo razionale.
Io sono sensibile. Io sono un bambino che piange. Io sono bloccato dalla mia sensibilità. La versione pubblica è che non voglio dare fastidio agli altri. La verità è che ho paura che il mondo mi faccia male. Di nuovo.
Ero lì col culo per terra. Sospettoso del tipo che mi stava vicino. Senza motivo poi. Poteva essere un amico.
E pensavo senza capire. Se la gente è davvero felice di abbracciare ideali nazionalpopolari o è solo un sorriso di facciata per nascondere la totale mancanza di speranza.
Non è interessante il perché, in realtà. Io voglio solo scappare lontano da tutto questo conformismo. Io voglio scappare da me stesso. Io non vedo via d'uscita.
Io non voglio essere niente. Io non voglio essere niente di quello che loro promuovono. Io però non ho più sogni.
Io non riesco a vestirmi col mantello elegante della mia diversità. Solo con l'umiltà della vergogna.
Io non so come si fa ad esprimersi. Io non lo so. Io non esisto.
Sydney Carton
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