2013

lunedì 7 gennaio 2013

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Duemilatredici. Ho passato la prima settimana di questo anno in completa solitudine. Mi andava così.
Non è cambiato nulla. Nel senso che tutto continua a cambiare.
Trovo comunque stupido basare i miei stati d'animo su quello che c'è scritto sul calendario. E quest'anno non ho né speranze né buoni propositi.
Il futuro non mi spaventa. Ma non ho neanche questi grandi sogni.
Quello che di cui mi sono reso conto è che il modo migliore che hai per vivere e quello di svegliarti ogni mattina, guardarti allo specchio e dire: "non so un cazzo".
E poi aspettare quello che la vita ha da darti, ed assaporarlo per conoscere qualcosa di nuovo. Nel bene e nel male.
Vivere un'avventura? Forse.
La verità è che questo è solo il mio io razionale. Poi nel mio cuore ci sono altre cose.
Io sono terrorizzato dal futuro, nel profondo del mio cuore.
Voglio qualcosa che c'era e che non c'è più. Non lo so descrivere questo qualcosa.
So che a volte provo delle sensazioni. Delle belle sensazioni, che riesco a collegare a momenti indefiniti del passato. Cose difficile da spiegare.
Penso che capire quello che senti sia l'esperienza umana più difficile. Forse perché non ha senso cercare di capire. Forse dovresti accontentarti di sentire e basta.
In ogni caso oggi sono felice. In generale nell'anno che è appena passato sono stato molto felice, come non lo ero stato da tempo.
Quindi, comunque andranno le cose, sono grato di quello che ho ricevuto fin'ora.
E poi c'è qualcosa che aspetta me e che solo io posso sapere. In qualche modo lo so.
Tutto questo è contradditorio. Ma è così importante essere coerenti?
Niente ha senso. Nemmeno la razionalità.

Sydney Carton

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