La mia maschera

martedì 6 marzo 2012

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Questa mattina mi guardavo allo specchio. E no, non mi sono accorto di avere il naso storto.
Più semplicemente mi sono reso conto di tutte le bugie che ho detto fin'ora. Erano tutte lì, davanti ai miei occhi. Io ero lì, tranquillo, indossando una camicia azzurra, con un taglio di capelli normale e un sorriso apatico. Un bravo ragazzo perbene senza nessun grillo per la testa. Anzi diciamo pure senza niente in testa. Così come mi desiderano.
"Sono io questo?" mi chiedevo mentre guardavo quell'immagine. Lo specchio non mentiva, si limitava a mostrarmi la bugia che sono diventato.
Davvero sono riuscito a mentire così bene a me stesso e agli altri? Davvero se la sono bevuta?
Non è molto difficile a dire il vero. Basta essere qualunquisti. Basta dire che si stava meglio quando si stava peggio. Basta mantenere un profilo medio-basso. Basta non dire mai una parola di troppo. Ed ecco che il gioco è fatto!
Indossiamo le nostre maschere. Per mostrare di essere normali. E allo stesso tempo per diventare invisibili.
Dentro l'uniforme, con uno sguardo apatico. Presenti all'interno di una massa di bravi cittadini onesti. Assenti dalla realtà.
E mi guardavo allo specchio, conscio di aver perso tutto. Perché quando quello che vedi riflesso non sei tu, quando ti limiti a vivere una bugia, allora hai perso tutto.
Esisti ma è come se non esistessi. Sei insieme ad altra gente ma in realtà sei solo. Non c'è nulla.
Ed ormai mi sono stancato di fingere. Perché guardarsi allo specchio è provare schifo e pietà per se stessi è la cosa più terribile che si possa provare. Io voglio smettere di sembrare. Voglio essere e basta.
E il vostro specchio?

Sydney Carton

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