Paint it black (una svolta poetica forse)

domenica 29 luglio 2012

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È tutto nero. Il mio cuore è nero.
Non è la rinuncia a vivere. Piuttosto è l'espressione di un sentimento.
Di rabbia, alienazione, solitudine, disperazione. Del non sapre che cazzo fare di questa vita.
Della speranza che ci sia un'altra vita, piena di colori e di caldi sorrisi.
Questa qui è nera, bagnata da una valle di lacrime.
Non ha senso idealizzare il passato. E nemmeno sperare nel futuro.
Il presente va accettato così com'è. E se senti nero, dipingi nero.

Sydney Carton

Buongiorno!

giovedì 26 luglio 2012

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Mi  svegliai con i postumi della sbornia.. una sensazione poco felice.
Sentii il bisogno di pisciare, così mi alzai e andai in bagno. Pisciai.
Poi mi lavai le mani e mi sciacquai la faccia con l’acqua fredda.
Pisciai di nuovo. Ma non cambiò molto.
Mi girava ancora la testa e il mio cervello era fuso..  il mio corpo era fuori uso.
Vedevo a stento. E se chiudevo gli occhi perdevo l’equilibrio.
Non potevo rischiare.
Finii di pisciare. Tirai lo sciacquone e lavai nuovamente le mani.
Poi mi guardai allo specchio e pensai: che brutta cera ragazzo! Ma allo stesso mi sentii fortunato.
Ero solo in casa e nessuno poteva vedermi. Eravamo solo io e il mio riflesso. 
Era una lotta alla pari.
Avrei potuto anche vincere. Non successe.
Andai in cucina con l’intenzione di fare colazione.. così preparai il caffè.
Attesi che la macchinetta facesse il suo lavoro. Finì.
Ero pronto a bere il mio caffè.
Presi la tazzina e l’avvicinai alla bocca. Arrivò prima l’odore. 
Era forte. Sembrava buono.
Bevvi ma feci fatica. 
Il mio stomaco era sottosopra, sconvolto. Ed io lo ero con lui.
Finii di bere il caffè. Ero disgustato. Non fu una buona idea.
Mi salì una forte sensazione di nausea.  
Avevo bisogno di vomitare. Avevo voglia di vomitare.
Ma era tardi. Non potevo fermarmi a pensare a qual’era la cosa giusta da fare.
Trattenni il vomito e andai in camera.
Indossai i vestiti del giorno prima e uscii di casa.

                                William Turner

8 Gennaio

venerdì 20 luglio 2012

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Ricordo che quella sera faceva particolarmente freddo.               L’aria era decisamente gelida, ghiacciata, polare se si vuole. 
L’inverno si faceva sentire. Il gelo si faceva sentire. 
La poca neve caduta i giorni prima era ormai congelata. 
Per le strade, sui campi, nessun pupazzo era stato creato. 
Il tempo e la natura avevano giocato un brutto scherzo ai bambini. 
Nessun sciocco cappello quindi. Nessuna stupida carota.
Nessun vecchio bottone. Niente. Se non il nulla.
Quella sera il mio corpo rabbrividiva. Tremava. Gemeva.
Quella sera, ricordo, il mio corpo era scosso. Terrorizzato.
Ma non era il freddo. 
Non era il gelo sceso in terra che si prendeva gioco di me. No. 
Quella notte, ricordo, il mio corpo e la mia mente erano impauriti e intimoriti da te.
Te, che in mezzo a quell’ambiente infelice e desolato emergevi forte e sicura. Te, che come un fiore quando sboccia, mostravi tutta la tua bellezza e la tua essenza. Te, che ti mostravi semplice e naturale. Pronta. Avvolta in qualche aura speciale. 
Ed io ero evidentemente confuso. 
Debole. Completamente abbandonato a me stesso.
Ma quella notte la mia esitazione si era unita alla tua voglia. 
Al tuo appetito. Al tuo sentimento.
Il tuo sguardo desideroso si ero posato sul il mio, e dopo esserci ammirati e adorati, ci lasciammo andare in un bacio intenso,violento, pieno d‘amore e dei nostri bisogni più nascosti.
La tua passione si era congiunta alla mia eccitazione.
Le nostre anime si erano unite in un qualcosa di meraviglioso. D’incantevole.
La neve era tornata a cadere. Bianca, pulita, soffice.
Degna di noi e del nostro amore.


                                  William Turner

Armchair Hero

mercoledì 18 luglio 2012

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Fai la società civile. In rete.
Non sei capace di parlare con le persone, ma se c'è una barriera tra te e loro tutto è più semplice.
Si cazzo! La rete è la rivoluzione. Ci confrontiamo e cambiamo il mondo. Seduti su una poltrona con le pantofole e il tea caldo al limone.
Vaffanculo! Vaffanculo politici di merda!
Ci rubate tutto! Ci rubate l'anima!
Ah l'internet. Internet è la rivoluzione! Diffondiamo tra i nostri (minimo) dieci amici su Facebook e cambieremo il mondo! Si lo scardineremo questo sistema del cazzo!
Lo dici e lo ripeti che internet è il cambiamento. Ma poi lo sai anche te che la gente lo usa prevalentemente per i pornazzi e che nessuno vuole cambiare le cose. A nessuno è mai importato veramente. È faticoso.
Se te ne fregasse qualcosa di cambiare il mondo alzeresti il culo e smetteresti di tenertelo sempre in mano. Per dire.
Magari non cambi le cose eh. Però vuoi mettere, è comunque un passo avanti rispetto a quelle due cazzate che può dire anche l'ultimo degli stronzi...
 

Sydney Carton

In pace con me stesso

giovedì 12 luglio 2012

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Non ero per niente stanco quella notte, così restai alzato un po’ più del solito.
Non avevo idee sul cosa fare, così accesi la tv con la speranza di trovare qualcosa di interessante da vedere.
Non fu così. Spensi la tv.
Ero seccato, annoiato, ma dovevo fare comunque qualcosa. Decisi di aspettare.
Aspettare era piacevole, non si faceva fatica. E questo era molto importante.
Bastava avere un po’ di pazienza e tanta immaginazione.... ed io ne avevo abbastanza di entrambe.
Scelsi di aspettare quindi, e scelsi di farlo guardando fuori dalla finestra.
La vista dalla finestra della mia camera è meravigliosa, sorprendente, profonda, invidiabile.
Ma era notte fuori, e la maggior parte dei lampioni erano spenti. Le luci della città erano spente. "Che cosa avrei potuto vedere? Cosa speravo di trovare?"
Il mio sguardo finì per fissarsi sull’orizzonte. Era buio, era notte fonda. L’orizzonte non mi mostrava niente. Quello che vedevo lo immaginavo.
Nell’atmosfera c’era solo il buio della notte. C’era solo l’oscurità mischiata alla mia immaginazione.
Niente era definito.
Non si vedeva niente. Non si sentiva niente. Il silenzio era più forte di qualsiasi rumore.
Non una macchina, non un cinguettio di uccelli. Non c’era niente fuori. Era come se il mondo si fosse fermato. Era come se la vita e la natura si fossero fermati. E si erano fermati con me.
Era bellissimo. Il tempo passava, i minuti passavano, ed io stavo aspettando.
E lo stavo facendo alla grande.
                                              
                                           William Turner

Tornerai strisciando

giovedì 5 luglio 2012

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Me ne vado. Dove non lo so.
Di sicuro lontano da questa miseria.
Sono uno di voi, dite. Io dico di no. Come pretendiate di saperlo meglio di me non si capisce.
Me ne vado. Vorrei dire che me ne vado per la mia strada. Ma non so nemmeno se c'è una strada per me.
Vado via. Sperando di trovare qualcosa. Per tentativi.
Lo so cosa pensate. Che mi considerate un buono a nulla.
Sperate che io torni indietro strisciando ma penso che non succederà.
Preferisco vivere da solitario con tutto il mio dolore che morire di una solitudine mascherata da compagnia.

Sydney Carton

The dice is cast

lunedì 2 luglio 2012

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Non sento più il calore
non sento più il dolore
l'amore è meschino
l'amore è cattivo
ma ormai questo non ha più valore....
i castelli non hanno più importanza
Son lontano dalla realtà...
forse non esiste più nessuna realtà che mi possa perdere
ormai la paura mi stringe nell'ultimo abbraccio
lascio il mio odio a chi ne ha veramente bisogno
lascio tutto il mio odio a chi ne saprà far fruttare le prodezze

                            Robert Witman