In pace con me stesso

giovedì 12 luglio 2012

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Non ero per niente stanco quella notte, così restai alzato un po’ più del solito.
Non avevo idee sul cosa fare, così accesi la tv con la speranza di trovare qualcosa di interessante da vedere.
Non fu così. Spensi la tv.
Ero seccato, annoiato, ma dovevo fare comunque qualcosa. Decisi di aspettare.
Aspettare era piacevole, non si faceva fatica. E questo era molto importante.
Bastava avere un po’ di pazienza e tanta immaginazione.... ed io ne avevo abbastanza di entrambe.
Scelsi di aspettare quindi, e scelsi di farlo guardando fuori dalla finestra.
La vista dalla finestra della mia camera è meravigliosa, sorprendente, profonda, invidiabile.
Ma era notte fuori, e la maggior parte dei lampioni erano spenti. Le luci della città erano spente. "Che cosa avrei potuto vedere? Cosa speravo di trovare?"
Il mio sguardo finì per fissarsi sull’orizzonte. Era buio, era notte fonda. L’orizzonte non mi mostrava niente. Quello che vedevo lo immaginavo.
Nell’atmosfera c’era solo il buio della notte. C’era solo l’oscurità mischiata alla mia immaginazione.
Niente era definito.
Non si vedeva niente. Non si sentiva niente. Il silenzio era più forte di qualsiasi rumore.
Non una macchina, non un cinguettio di uccelli. Non c’era niente fuori. Era come se il mondo si fosse fermato. Era come se la vita e la natura si fossero fermati. E si erano fermati con me.
Era bellissimo. Il tempo passava, i minuti passavano, ed io stavo aspettando.
E lo stavo facendo alla grande.
                                              
                                           William Turner

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