La mia prigione sono io

giovedì 23 agosto 2012

| | | 0 commenti
Non c'è un cazzo da fare, la vita mi tradisce sempre di più. 
Che stronza, dovrebbe essermi amica e invece no,  ha deciso di essere la mia morte. Morire... si nasce anche per quello, no? Che fregatura.
Sono stanco di tutto questo. Sono stanco e malato, vuoto, dentro, nell'anima, senza un'anima. Possibile?
Vado avanti senza uno scopo, senza un idea costruttiva, senza qualcosa che mi possa riempire le viscere, le budella, lo stomaco, i polmoni, il cuore..
La mia mente è distrutta, morta. Non riconosce le verità. Non accetta le verità. Non distingue più il vero dal falso, il bello dal brutto, il buono dal cattivo..
La mia mente è spentapersa, andata, disorientata.. 
La mia mente è pazza, io sono pazzo, io sono morto.

                                     William Turner


Sfogo

martedì 14 agosto 2012

| | | 0 commenti

Ho bisogno di raccontare di me...
di esprimere le mie sensazioni, di condividere le mie emozioni.
Non voglio soffocarle, non voglio soffocarmi.
Ho bisogno di essere ascoltato, capito, guidato.
Non voglio perdermi, di nuovo.. non voglio.
Ho bisogno di piangere, di piangere all’infinito...
voglio eliminare questo dolore che mi perseguita, che mi uccide da dentro. 
Non voglio spegnermi, non voglio.
Ho voglia di innamorarmi, di amare e amare ancora.
Non voglio domare il mio istinto.
Ma sento che la fine è vicina.. tremendamente vicina.
Questo momento di respiro sta giungendo al termine..
Non voglio tornare giù, non voglio..

                         William Turner

Dopo l'estate (io non ti ho mai amata)

venerdì 10 agosto 2012

| | | 0 commenti

Un'estate lontani. Non sai mai se la persona che ritroverai al tuo ritorno sarà la stessa. Nonostante tutto pensi al futuro e a tutto quello che può succedere.
Ho passato un'estate molto idealista. Ho idealizzato l'anno che abbiamo passato insieme. Un rapporto che nel bene e nel male ha rimarginato ferite dolorose, che ha cancellato qualcosa ed ha aperto le porte a qualcosa di nuovo.
Sono tornato a casa, aspettando anche il tuo ritorno. E quando sei tornata mi hai fatto un regalo bellissimo amandomi e facendomi sentire amato. È stato uno dei pochi momenti della mia vita in cui sono stato veramente felice.
Ma poi te ne sei andata. Ho pianto molte lacrime. Più per la mia nuova solitudine che per te.
Forse non ti ho mai amata.

Sydney Carton

Fatevi avanti ignavi

mercoledì 8 agosto 2012

| | | 0 commenti

Ho vissuto la mia vita dedicandomi agli altri. Ai loro pensieri, alle loro voglie, alle loro abitudini.
Ho passato la mia vita a fare dei problemi degli altri i mie problemi. E ai miei problemi chi ci pensava?
Sono sempre stato un buon pensatore. 
E forse pensare troppo mi ha portato a non agire.
Ma non importava, perché io ero la persona adatta, giusta, quella che faceva comodo agli altri.
Ero bravo ad ascoltare. Ero molto bravo.
Perché a differenza di altre persone mi soffermavo a quello. Non giudicavo.
Una soluzione perfetta per chi voleva sfogarsi, confidarsi.
Avevano paura di confrontarsi con se stessi, così chiamavano me. Era come parlare allo specchio.
Ma era dura guardarsi e ammettere le proprie colpe. Sarebbero emerse subito.
Io invece ascoltavo, ascoltavo e basta. Era una vittoria scontata la loro.
Era come buttare la spazzatura. 
Quando il sacchetto era pieno bastava portarlo giù.
Qualcuno prima o poi l’avrebbe  portato via.
Così una volta confidatosi, erano vuoti, liberi, rimessi dai loro peccati, pronti ad iniziare un qualcosa di nuovo.
Ed io, che ero bravo a pensare, ad ascoltare, ero pronto ad accogliere un’altra vittima. 

                                William Turner


                                         

Pretty girls make grave

sabato 4 agosto 2012

| | | 0 commenti
Lei è morta. E anche se non è morta è come se lo fosse. Io ci ho messo una croce sopra.
Con lei è morta anche una parte di me. Ci tenevo troppo.
Entrambi non meritavamo. Lei non meritava la mia passione. Io non meritavo di essere trattato così.
Ma anche la mia passione è morta. Io non so più amare.
Il mio spirito romantico è morto. Sono diventato un tipo mediocre e conformista. Sono morto io.
Spero che un giorno tutto possa finire. E che io possa tornare ad amare e a vivere.


Sydney Carton

Tanti auguri figlio di puttana!

venerdì 3 agosto 2012

| | | 0 commenti
Ancora qualche minuto e la mezzanotte sarebbe scoccata, e un altro anno se ne sarebbe andato.
Ho atteso quel momento standomene seduto sulla spiaggia, su una di quelle vecchie sedie di legno.
Sotto di me la sabbia. Fredda. Umida. 
Qualche sassolino tra le dita..qualche formica sulle gambe..
Me ne stavo seduto su quella stupida sedia e davanti a me il mare faceva un gran casino. Forse sapeva del motivo per cui ero li. Sapeva che da li a breve qualcosa sarebbe cambiato..e quindi batteva più forte che poteva. 
Mi stava ringraziando.. era l'ospite d'onore della festa. 
"Ma quale festa pensavo io..non c'è ne sono palloncini qui! "
Ma lui continuava a fare casino.. ed io l'ammiravo sempre di più.
Me ne stavo li, seduto con i piedi nella sabbia umida e la testa immersa nell'oceano..nei suoi rumori..nelle sue movenze..lo sapeva fare il suo lavoro, pensai.. avevo scelto il compagno giusto, pensai ancora.
I minuti stavano passando e il bicchiere di vodka era finito. 
Mi rimanevano due birre..aprii la prima.
Era buona, fresca, come l'aria che stavo respirando. 
Ero sempre più convinto di aver scelto il posto giusto.
Di solito non lo sceglievo mai..non sceglievo neanche le persone con cui stare.. ho sempre "festeggiato" in posti che non mi piacevano..con delle persone, che a volte neanche conoscevo. Questa volta no. 
"Festeggio a modo mio". Mi ero detto.
La birra stava finendo e il mare sembrava annoiato. Non batteva più come prima...era stanco di aspettare.
La luna se ne accorse, e approfittò del momento. 
Voleva dire la sua. Era li pure lei dopotutto.
"Cara luna dimmi tutto". Non disse niente..come avrebbe potuto.
Ma c'era qualcosa in lei di diverso..di meraviglioso.
Era immensa, così come il cielo che la ospitava. 
Era bianchissima, lucente e possente. Ferma e concentrata.
Assomigliava a qualcosa di straordinario. 
Nell'insieme dava quel senso di tranquillità e serenità, solitudine e tristezza. 
Era il mio riflesso.. e per la prima volta mi stava piacendo. 
Era bello guardarsi e ammirarsi.
Ero sempre seduto, e stavo sempre bevendo. 
Controllai l'ora..la mezzanotte era arrivata e passata.
Nessuno mi aveva avvisato. Il mare, la luna.. non fecero niente di diverso. Niente per farmi capire che era arrivato il momento. Forse quegli istanti, quei momenti, stavano piacendo anche a loro..e non volevano che giungessero al termine. Ma erano finiti purtroppo. E loro lo sapevano.. io lo sapevo. Così finii la birra, mi alzai e salutai i miei due amici. Tornai a casa con la sabbia bagnata ai piedi e qualche formica nelle mutande.
Tornai alla realtà.. consapevole di dover aspettare un altro anno per sentirmi così.... vivo.


                                                       William Turner




Essere o non essere

mercoledì 1 agosto 2012

| | | 0 commenti

Mi chiedo spesso perché le persone  tentino di essere altre persone.
Tutti abbiamo una fisionomia, un carattere, una personalità.
Perché dovremmo essere come gli altri?! Perché vorremmo essere gli altri?!
Io so come sono fatto e conosco i miei pregi e i miei difetti.
A volte non mi piaccio. Mi rimprovero. 
Ma ho sempre mantenuto un comportamento coerente con il mio stato d’animo. Ho creato e mantenuto una mia individualità.
L’ho creata, mantenuta e vissuta sperando che piacesse agli altri.
Si, gli altri. Gli occhi e i giudizi altrui.
Forse è questo il problema. 
Forse ci comportiamo come ci comportiamo solo per piacere agli altri.
Trascurando noi stessi. Indossando delle maschere che gli altri ci offrono.
Così sono loro, gli altri, che decidono per noi. Su di noi.
Su come vestirci, su come parlare, su cosa dire, sulle persone da frequentare e quelle da lasciar perdere.
Su cosa e come mangiare. Su cosa e quanto bere.
Su quale tipo di scuola frequentare e se essere il bullo o lo sfigato di turno.
Sono loro, gli altri, che decidono se devi essere una rock star o un discotecaro.
Decidono loro quale musica fa per te. 
Decidono loro se devi essere un appassionato di cinema, di arte o di sport.
Decidono sempre loro se devi essere un campione o uno dei tanti. Uno qualunque. Perché tutto questo? 
Perché vivere fingendo? Perché fingere di essere quello che non siamo?
È forse la paura di essere rifiutati?
Sono gli altri che decidono o siamo noi che abbiamo paura di osare?  Paura di essere.
E se questo ragionamento  fosse vero, fosse logico, sensato…
non dovrebbe valere anche per loro?  ..Ma sono io a farlo.. e sono io a subirlo. 


                                               William Turner