“..secondo te sono pazzo io? ”
È così che Henry aveva iniziato il discorso.
Pensavo di conoscerlo bene, Henry, ma mi sbagliavo.
Era una calda e noiosa sera d’estate ed Henry mi stava aspettando
al solito bar vicino casa. Era un bar tranquillo, semplice. Un buon posto per parlare, per bere.
La musica era bassa e piacevole, quasi non si sentiva, e dava quel
qualcosa in più all’atmosfera, e le cameriere erano delle vere bombe sexy.
Henry ed io andavamo spesso in quel bar, passavamo gran parte
del nostro tempo li.
Era come se quel posto ci attirasse, e noi ci
facevamo attrarre. Era come entrare in un’altra dimensione.. ci staccavamo per
qualche ora da quel mondo che ci teneva prigionieri.
Era bello andare li.
Ci sentivamo liberi.
Henry era già li, ed era seduto a un tavolino messo in un angolo,
isolato, distaccato dagli altri tavoli del locale.
Era strano vederlo li. Di solito voleva vedere chi entrava e chi
usciva, per adocchiare qualche sventola di ragazza, e sceglieva sempre il
tavolo migliore.. per lui ovviamente.
Ma quella sera se ne stava li, seduto nascosto, lontano. Come se
non gli importasse più nulla.
Era impotente, insicuro.. impaziente. Mi avvicinai.
“ Hei Henri! ma che cazzo fai qui? Fa schifo sto posto!
Non si vede neanche la tipa dietro al bancone. E lo sai che voglio vedere
la tipa dietro al bancone”.
“ Siediti Bill.. non rompere il cazzo.”
“ Va bene. Ma ordiniamo da bere”.
Mi voltai e chiamai Eléna, una delle sexy cameriere, la preferita
di Henry. Era bella si, ma c'è ne erano tante come lei in giro. Almeno per me.
Eléna arrivò con quei suoi due grossi occhi marroni e lucenti e
con quella sua camminata sensuale inconfondibile. Ci guardò e ci chiese cosa
volevamo.
Ordinammo vodka liscia con ghiaccio.
“Dimmi Bill.. . secondo te sono pazzo io?” Mi chiese Henry.
“ Perché mi sembra di far parte di un altro mondo.. forse vengo da
un altro pianeta..dici che è possibile?”.
“Non mi ritrovo per niente in quello che questo mondo ha da
offrirmi”.
“Perché dici così?" Gli risposi, con aria incredula.
Poi aggiunsi:" Hai una bella
casa, un famiglia che ti vuole bene, un gatto che non ti rompe i coglioni, un
lavoro che ti da tante soddisfazioni, una macchina tua, una ragazza. Cosa ti
manca? Cosa ti porta a sentirti così… escluso..?”
“ Si quello che dici è vero ma… non mi riempie tutto
questo”.
“ Mi sento pieno ma non sazio, ecco.. una roba del genere,
capisci?”.
“ Certo che ti capisco, mi sembra di sentire me figa.”
“ Ho voglia di stare da solo. Di sbrigare le mie cose. Di pensare
a me stesso.”
“ Cazzo!”.
“ Vorrei dipingere e basta. Vorrei visitare posti
sconosciuti..
.. conoscerli e rappresentare quello che vedo, quello che sento,
quello che provo.
Sto troppo bene quando siamo solo la tela ed io.
Mi perdo in lei, in quello che disegno.
Mi sento vivo in quel momento”.
“ Ti capisco.”
Intanto la vodka era arrivata, e Eléna dopo aver
posato i bicchieri sul tavolo ci salutò con un sorriso che accese
quel suo viso dolce e semplice. Noi ricambiammo.
“ Alla tua Henry” – “Alla tua Bill!”. Bevemmo alla goccia.
“è sempre più forte questa roba…” dissi strizzando l’occhio e dando due colpi di tosse, poi proseguii..
“ comunque Henry sono contento
di sentirti dire queste cose, hai le palle.
Quanti rimangono attaccati a persone o a situazione
per paura di osare? Tutti!
Quindi adesso che hai queste sensazioni, prendile e
trasformale in qualcosa di concreto.
Non è facile, lo so, ma cazzo.. è la tua vita.
Io sono diverso da te.. abbiamo hobby diversi,
passioni diverse..
la pensiamo diversamente su tante cose...
ma sai cosa mi piace di te, di noi?.. che applichiamo gli stessi
concetti e pensieri su aspetti della nostra vita che non c’entrano l’uno con
l’altro.
Noi non ci copiamo nel modo di essere, di apparire. Non siamo come
quegli stronzi là fuori.
Noi ci assomigliamo nella nostra naturalezza e semplicità.”
“ Cazzo è vero Bill!.. brindiamo! "
" E a cosa? "
" Agli stronzi là fuori".
" Ahah.. va bene! "
Ordinammo nuovamente da bere. Ancora vodka liscia con
ghiaccio;
e toccò sempre a Eléna servirci.
Arrivò subito..con il suo sorriso e le sue curve..e la vodka.
" Alla nostra vecchio mio!” Disse Henry, con un'aria più
serena.
“ Alla nostra!" Risposi io, con l'aria di sempre.
" sta vodka mi ucciderà prima o poi ”. Aggiunsi.
“ ahah..bè, sicuramente sarà una morte migliore di tante altre,
no? ”.
“ oh si!”
“Hey Henry, perchè non ci facciamo chiudere qua dentro?!
non è male, qui.. io, te, la vodka, le cameriere.. ”.
“ No.. cambiamo posto però.. da qui non si vede un cazzo! ”
William Turner
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