Il cielo è buio e la città è fredda. La gente corre verso la
stazione, verso i treni. Verso casa. Io sono l'unico che non corre, l'unico che
procede lentamente. Non ho nessuno che mi aspetta. Solo io, circondato da gente
di fretta e dalla musica del mio iPod.
Prendo posto su questo treno che non va da nessuna parte.
Un'altra giornata se ne è andata, senza riuscire a colmare questo vuoto
interiore. Sensibilità senza amore. Talento senza espressione. Giornate che si
succedono così, tutte uguale. Senza che accada mai niente di veramente nuovo.Nel vagone una donna urla e piange. Implora il silenzio, grida a tutti di tacere perché ha mal di testa. Disperazione. Io me la porto dentro e lei me la tira fuori.
Ma non importa. Il mondo va avanti e il treno avanza nella sua corsa verso il nulla. E io mi domando se arriverò mai a casa. Se esiste un posto in cui sentirsi a casa.
Vicino a me spesso ci sono questi tizi con le giacche e le cravatte. Ringalluzziti dalle loro mediocri tresche in ufficio. Fieri delle loro routine quotidiane. Domenica tutti in Chiesa. In un mondo in cui l'amore si compra e la felicità si pesa in grammi loro sono fieri del loro pezzettino di nulla.
E io voglio scendere. Anche se là fuori non c'è nessuno che aspetta solo me. Anche se non ho un posto dove andare. Anche se non so ancora dove voglio andare. So solamente che il mio pezzettino di nulla non basta più.
Sydney Carton
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