My heart says yes. My mind says no.

domenica 30 settembre 2012

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Io e lei, in una calda notte estiva. In una stanza buia, illuminata solo dalla luce esterna, dai lampioni di una città ormai deserta.
Lei ed io. Il suo corpo esile sotto il mio. Apparentemente più debole, di fatto più forte.
Guardo i suoi occhi stanchi, le sue labbra sottili, i capelli del colore del grano. Solo la sua bellezza. L'unica cosa che mi interessa. L'unica cosa che riesco a contemplare. Senza capire se senza di lei sono vivo o sono morto.
Io e lei, uniti finché morte non ci separi. O il destino. O il mondo. O qualsiasi altra cosa. Niente è per sempre e la simbiosi si esaurisce. Prima o poi.
Lei ed io, in una strana unione. Senza capire se ciò che mi sta di fronte è sublime o solo una stupida illusione.

 
Sydney Carton

Donne

giovedì 27 settembre 2012

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" Signor Turner, mi scusi, ho letto in una sua recente intervista, che ha definito le donne, delle arpie. "
"si, esatto ".
" non le sembra di aver esagerato? che quello, sia stato un termine non appropriato? O comunque, fuori luogo? ".
" Perchè, lei come le definirebbe? "
" umh..."
" Le vedi, le donne, camminare per strada in modo sensuale e sereno, consapevoli della loro grazia e della loro bellezza. O sedute in un bar, a bere il loro caffè in modo riservato e timido, attirando a sé, l’attenzione e gli occhi di tutti. Le vedi, così semplici e naturali, apparentemente ignare di tutto, mentre leggono una rivista di gossip, o di moda, coscienti, di essere osservate. 
Sono li, alcune vestite in modo decisamente provocante, con le cosce in mostra, con le tette di fuori, lasciando a te spettatore, immaginare tutto il resto. 
Altre, invece, meno esuberanti, indossano dei vestitini semplici, che ti attizzano in ogni caso in modo del tutto esagerato. E sono così belle ed eccitanti che ti perdi in loro, e nei loro occhi, così folgoranti, e nei loro seni, quasi perfetti, e nelle loro gambe, esageratamente lunghe e invitanti. E ti guardano poi, con quel loro sguardo fermo e sicuro, sapendo che stai pensando a queste cose, e che sei già eccitato, e innamorato, e ti sorridono anche, sapendo, che prima o poi, in un modo e nell'altro, ti fotteranno. "


                               William Turner

Tristezza. Sentila e basta.

martedì 25 settembre 2012

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Eccomi qui, sotto questo cielo grigio. Qui sono a casa, anche se vorrei essere altrove.
Pieno di sentimenti con cui ho sempre combattuto, per far piacere agli altri. E tutto quello che ho avuto è stato un forte senso di solitudine e desolazione.
Mi hanno sempre detto di non piangere, che gli uomini sono forti e non piangono mai. Che non ho motivi per sentirmi inferiore agli altri, che nella vita devi essere forte.
Forte abbastanza da combattere contro te stesso. Forte abbastanza da reprimere tutto quello che sei.
Devi essere allegro e ottimista, dicono. Ma casa mia non è sotto un cielo limpido e soleggiato. Il mio posto è sotto un cielo grigio che attende solo la pioggia delle mie lacrime.
Oggi sono triste. Non so che cosa c'è. Mi sento vuoto e basta.
E allora piangerò, piangerò forte e urlerò il mio dolore. E se a voi non piace è meglio perdervi che trovarvi.
Non posso più reprimere me stesso. Non posso più dire bugie. La verità è troppo grande per essere nascosta.
Non voglio far finta che questo sia il migliore dei mondi possibili, che questa vita sia tutto sommato positiva, perché non lo è.
Voglio sentire tutto. L'inadeguatezza nei confronti di una bella ragazza, i sensi di colpa perché non faccio bene il mio dovere, il dolore della mia solitudine.

Sydney Carton

Nowhere town

venerdì 21 settembre 2012

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Cammino per la città, solo io. Solo, ascoltando musica e chiuso dentro i miei pensieri.
Il tutto all'interno di una strana comunicazione silenziosa. Io sono in silenzio, anche la città è chiusa dentro se stessa, dentro quel suo fiero individualismo piccolo borghese.
Chiusure, di tipi diversi. La mia, quella di un solitario che non ha mai trovato il suo posto al mondo. La loro, quella di chi non accetta modi di pensare diversi.
Comunichiamo comunque, in qualche modo. Io faccio parte della città. E lascio una qualche traccia della mia esistenza.
Anche se non parlo, anche se non c'è nessuno che voglia ascoltarmi.
Anche se ho sempre disperatamente cercato di far parte di qualcosa e non ho mai fatto parte di niente. Anche se qui non c'è posto per me.
Anche se sono invisibile, io esisto.
Sognavo un posto diverso. Si, una mattina in un posto diverso con qualcuno pronto a tranquillizzarmi, a dirmi che tutto questo mio inferno è finito. Che c'è posto per me, che non sono invisibile.
Ma non succede mai nulla. Sono anni che vorrei scappare da questo posto, eppure continuo a camminare qui, circondato da questo vuoto esistenziale.

Sydney Carton

chimera

martedì 11 settembre 2012

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L'innamoramento è passato,
la tristezza è superata,
il dispiacere, solo e unico tormento.
Le lacrime sono il mio sfogo, 
non una parola e nessun commento, 
solo un confronto con me stesso.
La notte incombe e la confusione invade, 
la debolezza conquista e la verità affiora.
Maledetta realtà..

                     William Turner

La grande conta delle capocce

lunedì 10 settembre 2012

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Cammino per strada. Io l'ho visto. Lui mi ha visto. So che mi fermerà.
Ce l'ho scritto in fronte: sfiga, disoccupazione, emarginazione, frustrazione, alienazione. E in quanto ultimo degli stronzi non posso che stare dalla parte degli ultimi.
"Dai, compra il giornale comunista, aiutaci a combattere questo parlamento corrotto!" mi dice con un sorriso qualunquista tipico del mondo piccolo borghese di cui fa orgogliosamente parte.
Non so che fare. Restare e scambiare due chiacchiere o fingere indifferenza mentre questo folle continua a vaneggiare?
"Caro compagno siamo tutti corrotti..."
"No, io no!", mi risponde con aria stizzita
"Si ti dico... noi... il popolo... pensa a quegli incivili che imbrattano le schede elettorali con disegnini ambigui sul pene... utilizzano così un loro diritto, capisci? E poi questo governo..."
"Ah! Questo governo ladro delle banche - mi interrompe prontamente - Ma dai tu sembri intelligente, non vuoi lottare contro questo governo, non vuoi essere un po' comunista?"
"Io voglio solo autodistruggermi"
Non so perché ho risposto così. A volte penso che non valga la pena tirare fuori quello che hai dentro con tanta onestà. Non l'ha presa benissimo.
Il fatto è che tra poco c'è la grande conta delle capocce, l'unico giorno dell'anno in cui per loro è importante che io sia vivo. Negli altri 364 giorni posso continuare ad essere un morto che cammina.
Posso ammazzarmi, se ne ho voglia, l'importante è non farlo prima del grande giorno. Il giorno più importante del quinquennio.
Dopo tutto pensano che io sia dei loro, con tutta la sfiga che mi si legge in faccia... Non tutto è quello che sembra.
E quello che disegna cazzi sulla scheda elettorale sono io. Dalla sede centrale del partito non sospettano ancora nulla.

Sydney Carton

Buio

venerdì 7 settembre 2012

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occhi neri piangono. 
sono forse i tuoi?
occhi spenti tremano. 
sono forse i miei?
labbra calde e profumate. 
mani piccole e docili. 
anima fredda e difficile. 
mente contorta e frenata.
l'amore infanga il cuore.
l'anima soffre e muore. 
le facili parole ingannano. 
le belle promesse illudono.
la paura tradisce e ferisce. 
hai mai avuto paura, come me? 

                                        William Turner

New Horizons

mercoledì 5 settembre 2012

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Il cielo è grigio, io me no sto chiuso in casa ad ascoltare i Nirvana, colonna sonora di un'adoloscenza tutto sommato regolare. Resto qui a pensare a quello che è stato.
Una ragazza strana. Diversa. Orgogliosa e intelligente. E qualcosa che si era scatenato dentro di me, senza sapere il perché. Qualcosa che mi faceva stare bene. Qualcosa che non ho più avuto.
E alla fine di tutto non capivo. Aspettavo il suo ritorno o almeno che qualcuno prendesse il suo posto. Niente. Ma non era questo, il problema.
È che la mia capacità di amare è totalmente scomparsa. Non vedo più l'amore come la più concreta forma di felicità, solo come una grande utopia. Con la consapevolezza del fatto che io l'amore potrei non averlo mai più. E che devo imparare a sbrigarmela da solo, questa cosa di imparare a vivere.
C'è un vuoto dentro di me. Non lo so. Se non so più amare. Se sono solo ferito e devo solo lasciare che il tempo scorra. Se sono una persona orribile che non merita nessun tipo di amore. Se sono tutte queste cose insieme. Se non è niente di tutto questo.
Un caro amico, compagno di risate e lunghi discorsi. Con una sintonia che si è persa e che non c'è modo di ritrovare.
Guardo indietro, vedo persone che hanno preso strade diverse dalla mia. Lei, lui, altra gente. Non tornerò indietro a seguire nessuno di loro. Seguirò solo la strada che ho davanti.
Oggi è il mio compleanno. Da qualche parte c'è una grande festa e io non sono stato invitato. E andrà bene così per loro, ma anche per me. Io non ho davvero nulla da festeggiare. Perché glorificare il passato, se ha prodotto un presente che fa schifo? Perché seguire persone che non vogliono essere seguite?
C'è solo da andare avanti. Per mettermi nella condizione di vivere ogni singola giornata al massimo, di godere della vita sempre e non solo un giorno all'anno. Per guardarmi indietro ed essere grato per quello che ho avuto. Senza rimpiangere mai quello che non c'è più.
Oggi è il mio compleanno. È un po' una giornata del cazzo perché ancora non sono abbastanza realizzato per poter essere fiero di me stesso quando mi guardo allo specchio la mattina. Passerà anche questa giornata marrone come sono passati le altre.
Comunque i Nirvana risentiti oggi non hanno più lo stesso sapore di un tempo. Up the Irons.

Sydney Carton