Seguiva distrattamente le sue lezioni su Gregor Samsa divenuto scarafaggio. Consapevole che lei di Kafka non aveva capito nulla, mentre spiegava lui sognava di possederla lì sulla cattedra sotto gli occhi del crocefisso appeso alla parete. Per scandalizzare i suoi compagni di corso ben pensanti e dissacrare quel luogo così pieno di falsità ed ipocrisie.
Le cose poi si erano svolte in maniera più appartata a casa di lei, in uno di quei pomeriggi in cui i bambini andavano in piscina, il marito tardava al lavoro e lei era libera di ricevere i suoi studenti. Del resto pensava che non fosse giusto che solo ai suoi colleghi maschi fosse consentito di andare a letto con studentesse che potevano benissimo essere loro figlie.
Lei lo sapeva bene, in fondo il suo posto l'aveva avuto diventando prima l'amante e poi l'assistente di un famoso professore. Aveva imparato a sfruttare la relazione tra sesso e potere fin da giovane, e adesso godeva dei risultati. Un posto prestigioso e giovani amanti che si succedevano di generazione in generazione.
Lui continuava a contemplarla, senza capire il perché di tutto questo. Era meravigliato da quel suo mantenersi piacente, come se il tempo per lei non fosse mai passato. E da quegli occhi costantemente stanchi, spesso nascosti da occhiali scuri. Tipici di una donna che va sempre di corsa e che tende a vivere più vite parallele.
Nei loro rapporti nasceva una magnifica sintesi degli opposti, in cui l'allegra civetteria di lei incontrava la grave seriosità di lui. Eppure non trovava in lei quello che la sua anima cercava.
Aveva immaginato di poter essere l'amante di una Diotima, maestra di amore e bellezza. E nella realtà si era scontrato con quella donna che non aveva nulla da insegnargli, che si limitava a ripetere cose pensate da qualcun altro. E nonostante questo la adorava.
Si sentiva libero con lei. Come un animale. Questo lo spaventava. Esisteva in lui qualcosa che teneva nascosto al mondo e che lei era stata in grado di tirare fuori. Godevano entrambi del fiore della sua giovinezza, ma questo lui non lo sapeva...
- Ti boccerò all'esame, disse lei con maliziosità
- E per quando dovrò riprepararmi? - rispose goffamente cercando di mostrare un'ironia che non gli era propria
- Mercoledì prossimo...
E così andò via. Senza sapere come far passare i giorni che lo separavano da quel mercoledì. Sempre più consapevole che la passione per il suo corpo era più importante di qualsiasi passione per Kafka. Anche se cercava di convincersi del contrario...
Sydney Carton
0 commenti:
Posta un commento